Secondo i dati raccolti finora, sotto la crosta ghiacciata della luna Encelado di Saturno si cela un oceano globale, da anni considerato uno dei luoghi più promettenti per la ricerca di vita extraterrestre. Ma se le molecole organiche osservate, una delle migliori prove di questa ipotesi, non venissero da quell’oceano?
Un nuovo studio guidato dalla planetologa Grace Richards, attualmente ricercatrice all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Roma, propone un’interpretazione alternativa per alcuni dei composti rilevati nei pennacchi di ghiaccio che si innalzano dal polo sud della luna di Saturno. Secondo la ricerca, pubblicata su Planetary and Space Science e presentata all’Europlanet Science Congress 2025, almeno una parte di queste molecole potrebbe formarsi non nel mare sotterraneo, ma a causa della radiazione spaziale che investe la superficie di Encelado.
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